Collezione personale di bepospali
1 - 25 de 7503 in questa collezione
L'onda del mare è il cuore di un amore lontano, sbatte contro gli scogli, e poi ritorna al suo mare, come il mio cuore che torna a te amore mio. Buon San Valentino.
Anonimo
La not a l'è fata p'r i lädar e par i murùs.
La notte è fatta per i ladri e per gli amanti.
Anonimo
La guerra non è nè di destra nè di sinistra, ma è di tutti!
Anonimo
Scuro torno,
piova caje.
Bea sarà 'sta giornada
sul Grapa negà .
Mancansa de aqua i diseva,
a piova i spetava,
desso i voria
'na calda està .
Mai contenti,
mai feissi.
Anca l'oseeto, sul gnaro,
no se move,
no ciapa magnare
par el s'o picoéo,
no' canta gnanca,
anca par ju
un'cò no ze festa.
Vedo lontan
'na engua de soe,
la in laguna,
Venessia splende
Venessia ze granda.
Valerio Agostino Baron (el Brigante)
Ogni pazzo è savio quando tace.
Anonimo
L'alunno G. M. dopo aver chiesto di poter andare in bagno, al mio no mi ha minacciato di ammazzare me e il mio cane dopo essere stato da mia figlia e avergli bruciato la faccia con della benzina. Io preuccupata ho chiamato in classe la vicepreside e lei mi ha risposto che non le interessava visto che non era lei in pericolo.
Chiedo immediata assemblea d'istituto per la sospensine di lavoro della vice preside e della espulsione dell'alunno.
Anonimo
Il fruscio dell'acqua mi ricorda quelle tue fioche ed umili parole che, uscendo dalle tue labbra piene di lacrime mi dicevano... Ti Amo.
Anonimo
La gravità di contegno è solo l'involucro della saggezza, eppure la preserva.
Confucio
Ogni nuovo giorno è per viverti, ogni nuovo giorno è per sognarti, ogni nuovo giorno è per amarti.
Anonimo
Spesso mi viene in sogno bizzarra e penetrante
Una donna mai vista, che amo e che mi ama,
Che con lo stesso nome si chiama e non si chiama
Diversa e uguale m'ama e sempre è confortante
È per me confortante, e il mio cuore parlante
Per lei soltanto, ahimé! Non è più cosa grama
Per lei soltanto, in fronte del sudore la trama
Lei soltanto rinfresca, con le lacrime piante.
È' bruna, bionda o rossa? Non mi è dato sapere.
Il suo nome? Ricordo che è dolce e dà piacere.
Come nomi diletti che la vita ha esiliato.
All'occhio delle statue è simile il suo sguardo,
Ed ha la voce calma, lontana, grave, il fiato
Delle voci più care spente senza riguardo.
Paul Verlaine
Piuttosto di contrarre una malattia professionale è molto meglio morire d'inedia.
Carl William Brown
Ho sbagliato a credere che il mondo fosse fatto solo per noi due; ho dovuto scegliere tra lei e te, e ho scelto lei. È tutto quello che posso dire per cercare di spiegarti cosa provo.
Anonimo
La scienza intera non è altro che un modo più sofisticato del pensare quotidiano.
Albert Einstein
Come mai la Lemonsoda è fatta con aromi naturali e nel detersivo per i piatti trovi vero succo di limone?
Anonimo
Sognai di svegliarmi in un grande letto, coperto di petali,
sognai di aprire gli occhi e vedere correre te verso di me,
tu, così lontano, oggi così vicino, mi sorridi e mi baci, mi guardi e mi stringi forte a te.
Mi tieni la mano e, appoggi il tuo capo sul mio seno, intanto il mio cuore batte, batte fortissimo, ma ora è troppo tardi contare i battiti perché: mi sono risvegliata!
Fanny Pala
Il violento perde sempre, anche se vince la prima battaglia, perché finisce accerchiato dalla solitudine della sua incomprensione.
Anonimo
DIOR tolse una LACOSTE all'uomo e PLASMON una donna -.. disse il CARDIN durante la sua messa...
Philips uscendo dalla chiesa si fece il segno delLA CROIX con l'acqua SAN BENEDETTO.
Philips abitava in uno di quei PAVESI dove la religione è di CASAMARKET, dove se non fai BENETTON al prossimo non ti MERIT rispetto, dove SANTALucia ti protegge se fai del BENAGOL, dove SAN CARLO ti fa crescere le patate solo se le semini (son ferme, quindi, non ci vuole molto a fuggire da loro!), dove la famiglia è sicuramente FAMIGLIA CRISTIANA.
MARLBORO le cose stanno cambiando, non c'è più quella la voce interna che ti dice: -FIUGGI da qui-!
I CAVALLI corrono in campi stranamente profumati (mi pare giusto)! L'HONDA del RIO MARE è sempre più azzurra e il CHANEL è di acqua limpidissima.
Il DUCATI del paese è una persona attiva e fa sempre moto e nel mese di APRILIA fa regali a tutto il BELPAESE facendo a tutti del BENELLI.
Pierluigi Cavarra
Odiosa clessidra.
Segnatempo perpetuo.
Non fermerai il mio volere.
Non arresterai la mia vita.
Ora sono nato.
Ora voglio vivere.
Lei mi sta aspettando.
Attraverso il tempo per raggiungerla.
Attraverso mondi impercettibili.
Eccomi
sono arrivato.
Sono tuo.
Dalla notte dei tempi mi hai atteso
Hai parlato di me alla luna
che ti a avvolto con un manto di stelle
Hai urlato il mio nome al cielo
alla notte...
per secoli...
Ora le tue membra possono riposare.
Rinvigorisci la tua anima
bevendo dalla mia bocca
e mangiando dalle mie mani.
La nostra unione è scritta.
La nostra vita
splendida fiaba è un sogno reale.
Verrà scritta da noi
giorno per giorno
pagina per pagina
nel libro della vita
sulle pagine del destino
Insieme custodiremo questo libro
perla di saggezza
Ne leggeremo ogni giorno un rigo
tenendoci la mano
godendo di ogni parola.
Ogni giorno sarà la prima pagina
Ora puoi lasciare le tue paure
puoi dimenticare le tue sofferenze
Abbandonati tra le mie braccia
Siedi vicino a me
per sempre.
Nutriti della mia carne
e bevi del mio sangue
rinfrescati dalla mia anima.
Sarò la tua spada
tratta
per difenderti
in fodero
per osannare il tuo altare
fino alla fine dei tempi.
La notte ora può soccombere
Ad un tuo cenno...
l'alba.
Nasce il giorno
dalla morte del crepuscolo
osannando i cieli
riesco a vederti
ti percepisco
prezioso tesoro
di ataviche virtù.
Ora sono pronto a scrivere
sul libro della vita
con inchiostro indelebile d'Amore
la mia esistenza con te.
Testimonianza divina
di un Amore nato
mai cessato
solo ammirato e osannato.
Valerio Varaldo
Vaghe stelle dell'Orsa, io non credea
Tornare ancor per uso a contemplarvi
Sul paterno giardino scintillanti,
E ragionar con voi dalle finestre
Di questo albergo ove abitai fanciullo,
E delle gioie mie vidi la fine.
Quante immagini un tempo, e quante fole
Creommi nel pensier l'aspetto vostro
E delle luci a voi compagne! Allora
Che, tacito, seduto in verde zolla,
Delle sere io solea passar gran parte
Mirando il cielo, ed ascoltando il canto
Della rana rimota alla campagna!
E la lucciola errava appo le siepi
E in su l'aiuole, susurrando al vento
I viali odorati, ed i cipressi
LÃ nella selva; e sotto al patrio tetto
Sonavan voci alterne, e le tranquille
Opre dè servi. E che pensieri immensi,
Che dolci sogni mi spirò la vista
Di quel lontano mar, quei monti azzurri,
Che di qua scopro, e che varcare un giorno
Io mi pensava, arcani mondi, arcana
Felicità fingendo al viver mio!
Ignaro del mio fato, e quante volte
Questa mia vita dolorosa e nuda
Volentier con la morte avrei cangiato.
Né mi diceva il cor che l'età verde
Sarei dannato a consumare in questo
Natio borgo selvaggio, intra una gente
Zotica, vil; cui nomi strani, e spesso
Argomento di riso e di trastullo,
Son dottrina e saper; che m'odia e fugge,
Per invidia non già , che non mi tiene
Maggior di sé, ma perché tale estima
Ch'io mi tenga in cor mio, sebben di fuori
A persona giammai non ne fo segno.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,
Senz'amor, senza vita; ed aspro a forza
Tra lo stuol dè malevoli divengo:
Qui di pietà mi spoglio e di virtudi,
E sprezzator degli uomini mi rendo,
Per la greggia ch'ho appresso: e intanto vola
Il caro tempo giovanil; più caro
Che la fama e l'allor, più che la pura
Luce del giorno, e lo spirar: ti perdo
Senza un diletto, inutilmente, in questo
Soggiorno disumano, intra gli affanni,
O dell'arida vita unico fiore.
Viene il vento recando il suon dell'ora
Dalla torre del borgo. Era conforto
Questo suon, mi rimembra, alle mie notti,
Quando fanciullo, nella buia stanza,
Per assidui terrori io vigilava,
Sospirando il mattin. Qui non è cosa
Ch'io vegga o senta, onde un'immagin dentro
Non torni, e un dolce rimembrar non sorga.
Dolce per sé; ma con dolor sottentra
Il pensier del presente, un van desio
Del passato, ancor tristo, e il dire: io fui.
Quella loggia colà , volta agli estremi
Raggi del dì; queste dipinte mura,
Quei figurati armenti, e il Sol che nasce
Su romita campagna, agli ozi miei
Porser mille diletti allor che al fianco
M'era, parlando, il mio possente errore
Sempre, ov'io fossi. In queste sale antiche,
Al chiaror delle nevi, intorno a queste
Ampie finestre sibilando il vento,
Rimbombaro i sollazzi e le festose
Mie voci al tempo che l'acerbo, indegno
Mistero delle cose a noi si mostra
Pien di dolcezza; indelibata, intera
Il garzoncel, come inesperto amante,
La sua vita ingannevole vagheggia,
E celeste beltà fingendo ammira.
O speranze, speranze; ameni inganni
Della mia prima età ! Sempre, parlando,
Ritorno a voi; che per andar di tempo,
Per variar d'affetti e di pensieri,
Obbliarvi non so. Fantasmi, intendo,
Son la gloria e l'onor; diletti e beni
Mero desio; non ha la vita un frutto,
Inutile miseria. E sebben vòti
Son gli anni miei, sebben deserto, oscuro
Il mio stato mortal, poco mi toglie
La fortuna, ben veggo. Ahi, ma qualvolta
A voi ripenso, o mie speranze antiche,
Ed a quel caro immaginar mio primo;
Indi riguardo il viver mio sì vile
E sì dolente, e che la morte è quello
Che di cotanta speme oggi m'avanza;
Sento serrarmi il cor, sento ch'al tutto
Consolarmi non so del mio destino.
E quando pur questa invocata morte
Sarammi allato, e sarà giunto il fine
Della sventura mia; quando la terra
Mi fia straniera valle, e dal mio sguardo
Fuggirà l'avvenir; di voi per certo
Risovverrammi; e quell'imago ancora
Sospirar mi farà , farammi acerbo
L'esser vissuto indarno, e la dolcezza
Del dì fatal tempererà d'affanno.
E già nel primo giovanil tumulto
Di contenti, d'angosce e di desio,
Morte chiamai più volte, e lungamente
Mi sedetti colà su la fontana
Pensoso di cessar dentro quell'acque
La speme e il dolor mio. Poscia, per cieco
Malor, condotto della vita in forse,
Piansi la bella giovanezza, e il fiore
Dè miei poveri dì, che sì per tempo
Cadeva: e spesso all'ore tarde, assiso
Sul conscio letto, dolorosamente
Alla fioca lucerna poetando,
Lamentai cò silenzi e con la notte
Il fuggitivo spirto, ed a me stesso
In sul languir cantai funereo canto.
Chi rimembrar vi può senza sospiri,
O primo entrar di giovinezza, o giorni
Vezzosi, inenarrabili, allor quando
Al rapito mortal primieramente
Sorridon le donzelle; a gara intorno
Ogni cosa sorride; invidia tace,
Non desta ancora ovver benigna; e quasi
(Inusitata maraviglia! ) il mondo
La destra soccorrevole gli porge,
Scusa gli errori suoi, festeggia il novo
Suo venir nella vita, ed inchinando
Mostra che per signor l'accolga e chiami?
Fugaci giorni! A somigliar d'un lampo
Son dileguati. E qual mortale ignaro
Di sventura esser può, se a lui già scorsa
Quella vaga stagion, se il suo buon tempo,
Se giovanezza, ahi giovanezza, è spenta?
O Nerina! E di te forse non odo
Questi luoghi parlar? Caduta forse
Dal mio pensier sei tu? Dove sei gita,
Che qui sola di te la ricordanza
Trovo, dolcezza mia? Più non ti vede
Questa Terra natal: quella finestra,
Ond'eri usata favellarmi, ed onde
Mesto riluce delle stelle il raggio,
È deserta. Ove sei, che più non odo
La tua voce sonar, siccome un giorno,
Quando soleva ogni lontano accento
Del labbro tuo, ch'a me giungesse, il volto
Scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi
Furo, mio dolce amor. Passasti. Ad altri
Il passar per la terra oggi è sortito,
E l'abitar questi odorati colli.
Ma rapida passasti; e come un sogno
Fu la tua vita. Iva danzando; in fronte
La gioia ti splendea, splendea negli occhi
Quel confidente immaginar, quel lume
Di gioventù, quando spegneali il fato,
E giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna
L'antico amor. Se a feste anco talvolta,
Se a radunanze io movo, infra me stesso
Dico: o Nerina, a radunanze, a feste
Tu non ti acconci più, tu più non movi.
Se torna maggio, e ramoscelli e suoni
Van gli amanti recando alle fanciulle,
Dico: Nerina mia, per te non torna
Primavera giammai, non torna amore.
Ogni giorno sereno, ogni fiorita
Piaggia ch'io miro, ogni goder ch'io sento,
Dico: Nerina or più non gode; i campi,
L'aria non mira. Ahi tu passasti, eterno
Sospiro mio: passasti: e fia compagna
D'ogni mio vago immaginar, di tutti
I miei teneri sensi, i tristi e cari
Moti del cor, la rimembranza acerba.
Giacomo Leopardi
Una delle cose più difficili da imparare nella vita è quali ponti sono da valicare e quali da abbattere.
Anonimo
Il pane duro non è duro, ma non aver pane è duro.
Rose Walser
Tu mi hai fatto, e dovrà perire dunque la tua opera?
John Donne
Chi fabbrica d'inverno, fabbrica in eterno.
Chi costruisce d'inverno, costruisce in eterno.
Anonimo
Che questo San Valentino ci illumini di fortuna per il nostro amore e che continui serenamente per altri mille anni!
Anonimo