Una schiavitù nella quale il corpo è libero, ma la mente e l'anima sono prigioniere. Una schiavitù nella quale grazie alla piena libertà del corpo si è liberi di autodistruggersi come meglio si ritiene opportuno, accanendosi sul corpo per mettere a tacere il grido di libertà di uno spirito e una mente interiori che bramano la vita, la felicità, l'amore, l'uguaglianza, insomma il desiderio di vivere liberi un breve momento, chiamato vita, nell'eternità dell'immenso non manifesto.