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Tutti soffriamo di presbiopia emotiva, di scarsa capacità nel focalizzare l'essenziale a due millimetri dal presente, aguzzando la vista per scorgere oltre l'orizzonte un improbabile futuro.
Tutti soffriamo, tutti portiamo una cicatrice sul cuore, tutti abbiamo un dolore nascosto nell'anima, ma questo non è un valido motivo per fare della propria sofferenza un'arma per uccidere gli altri.
Tutti sono addomesticabili, se sacrifichi alla loro fame ciò che bramano.
Tutti sono bravi a cercarti finché gli fai comodo, pochi invece quelli che una volta ottenuto ciò che vogliono, dimostrano gratitudine rimanendoti vicino.
Tutti sono bravi a criticare gli errori altrui, ma sono pochi quelli che riconoscono i propri.
Tutti sono bravi a dirti cosa devi fare, ma nessuno quando si trova nella tua situazione sa cosa deve fare.
Tutti sono bravi con le parole ma, poi, con i fatti la bravura si dimezza...
Tutti sono bravi e buoni quando le cose vanno bene, ma appena fori una gomma quei tutti non li vedi più.
Tutti sono bravi quando sfruttano le menti di altri.
Tutti sono generosi con chi ha bisogno di nulla; non si è duro e avaro che verso i miserabili.
Tutti sono generosi con chi ha bisogno di nulla; non si รจ duro e avaro che verso i miserabili.
Tutti ti accolgono nel loro cuore finché hanno bisogno di te. Ti illudono che sia tu il benvenuto, l'ospite gradito. Appena esauriscono i loro doppi fini ti sfrattano impietosamente o peggio ancora ti rinfacciano ciò che ti hanno dato, esigendolo con gli interessi, peggio degli strozzini.
Tutti ti giudicano, parlano di te. Osservano il tuo modo di vivere e lo criticano. Poi ecco che scopri che loro fanno peggio e cercano invano di nasconderlo.
Tutti ti sentono, ma pochi realmente ti ascoltano.
Tutti troppo bravi a scrivere l'amore, mentre ci vorrebbe qualcuno che fosse in grado di dimostrarlo.
Tutti uguali, tutti guano, spesso "superiore". Merda!
Tutti vantano il diritto ad essere rispettati. Ma la vera virtù è darlo dove manca od è venuto meno.
Tutti vedono ciò che hai, criticano ciò che sei, ma a nessuno interessa porsi delle domande sul perché e sul per come.
Tutti vedono ciò che sembri, pochi capiscono la tua vera essenza, perché è più facile guardare un libro dalla copertina che sforzarsi di leggerlo.
Tutti vogliamo essere speciali, differenti, avere un particolare che ci distingue, fare qualcosa di originale. Tutto bene, fin quando non si comprende più dov'è il limite della decenza ed inevitabilmente si cade nel cattivo gusto.
Tutti vogliono distinguersi dalla massa, il più normale è ormai divenuto il più anormale.
Tutti vogliono la felicità nessuno vuole il dolore, ma non si può avere un arcobaleno senza un po' di pioggia.
Tutti vorrebbero di più, ma pochi fanno veramente qualcosa per ottenerlo, come tirar fuori gli attributi che ci consentono di realizzare quel qualcosa che ci renda la vita più possibile e degna di rispetto.
Tutti, in fondo, pensano di essere buoni. Qualcosa non torna: o mentono o lo nascondono bene.
Tutto è concesso. Niente è dovuto. Ed io faccio sempre di testa mia.