Angelo Michele Cozza: Infiorare avrei voluto i nostri giorni e il tuo ca



Infiorare avrei voluto i nostri giorni
e il tuo capo infrondare con altri allori,
il denutrito cuore saziare
con bacche di gelso e more
ma... solo accartocciate foglie
e lazzi frutti di seccato legno
oggi appena so darti in dono!
Viene il momento in cui tutto agonizza
e ogni cosa, esangue vacua si scompone,
da roghi morenti che non si avvivano
crepitii pi� non ascolti e nell'anima
ammalata, che non sa pi� stare in piedi,
solo silenzio di ceneri sale e rimane.
Altra foce non ha questo mio male
che fiotta con ardita foga
se non l'infinito chiuso del vuoto.
Ma nella fedelt� che non muta,
dall'ammutolito mio fagotto,
per uno stretto forame un filo
di speranze, fluendo a te conduce.
� da questa mia prigionia
che aspetto un gesto tuo,
che pane d'amore mastico adagio
e capriola qualche speranza;
� qui che qualche foglia
ancora riparo trova dal vento;
� in quest'ombra che un sasso
non si arroventa fissato dal sole.
Pur se ambiguo e scialbo
appare il sorriso del domani
e specchio d'acqua
il volto sereno non rifrange,
ignora lo stesso il mugol�o
che da quest'oggi in fuga tu odi;
sfollato da un tuo bacio
il lagno rauco del mio gemito,
inudibile, si allontani via dissolto!


Angelo Michele Cozza

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