Davide Carpana: Le spade hanno marciato entro cuori di legno, salv



Le spade hanno marciato entro cuori di legno,
salvando dall'asfalto pensatori immortali,
e il cuore titubante lasciato a macerare
saltella in lungo e in largo con echi di rimando.
L'equilibrio naturale � un pendolo danzante
e la falce uno scatto che congela questo ballo,
lui non torna pi� da una guerra oramai persa,
lei oramai piange la precoce vedovanza.

Il corvo lo accompagna sopra ali di cicogna,
sorvola campi immensi con aria di fanciullo,
spreca qualche pianto per quella nuova luce,
si volta a riguardare il presente che abbandona.
Abbandona, capisci?
Lui � andato, lei rimane, ed � peggio di morire.
Gli spilli dentr'al cuore, la morte dell'amore,
il freddo gli permane nelle membra corrucciate.

"Come far�? Quale la forza?
A me avverso il destino! Di quale paura,
in quale timore, dovr� rifugiarsi il suicidio?
Quali le colpe, chiss� che doveri
per una povera vedova e gravida!"

L'altare ormai lordo di sangue nutre una nenia
dai teschi gi� sepolti, dal coro di sudari
svetta un soprano in testa al lamento.
E intanto il figlio della luce si allatta
sul tonfo del pianto e triste e tetro,
per lui ancor pi� duro sar� il combattimento,
pugnando a s� la vita con la sua sola armata.


Davide Carpana

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