Nella magica penombra omerica
oltre la guglia rossa di santuario
io nullo lei scafo regale
di fretta verso la luce viola verso l'esile musica K'in della mezzana.
Lei mi � davanti nel padiglione illuminato
a reggere le schegge di giada
lo sfregiato segnacolo della calma dei puri
gli occhi gli occhi neri finch� l'oriente plagale
non risolver� la lunga frase della notte.
Poi, come un rotolo, piegata,
e la gloria della sua dissoluzione ingrandita
in me, Abac�c, feccia dei peccatori.
Schopenhauer � morto, la mezzana
mette da parte il suo liuto.
Samuel Beckett