Ugo Foscolo: Fra soavissimi fioretti un giorno Giaceano Amore e



Fra soavissimi fioretti un giorno
Giaceano Amore e Venere,
E mille Genii stavan d'intorno
E mille Grazie tenere.
     Io con l'eburnea mia cetra al collo,
Scarco di cure torbide,
Passai con l'alma piena di Apollo
Per quelle sedi morbide.
     A s� chiamatomi la gaja Diva,
Con fiamma al labbro e al ciglio,
Disse: Tua cetera canti giuliva
La possa del mio figlio.
     Io pria con giubilo cantai d'Amore
Su gli altri Dii le glorie;
Soggiunsi poscia quai sul mio core
Ei riport� vittorie.
     Si attente stavano le Grazie al canto,
E que' Amorini amabili,
Che s'obliarono d'essere accanto
A' loro giochi instabili.
     Giuro per l'aurea chioma febea,
Che pi� dell'onda livida
Di Stigo io venero, vidi la Dea
Farsi al cantar pi� vivida.
     E tu, o Licoride, non mai ti pieghi
De' carmi al suon sensibile,
Invan fra lagrime io canto e prieghi,
Ch� sempre so, inflessibile.


Ugo Foscolo

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