Ugo Foscolo: O tu, cui gli anni rosei Sono dai vezzi adorni, Cu



O tu, cui gli anni rosei
Sono dai vezzi adorni,
Cui dell'etade arridono
I pi� beati giorni,
Desii veder l'immagine
Del tuo lontano amico?
Odi i miei versi ingenui,
Ch� sempre il ver io dico.
A me, gentile, amabile
Volto non di� natura,
Ma diemmi invece un'anima
Tenera, fida e pura.
E diemmi invece un fervido
Cor, cui non sono ignoti
D'amore e d'amicizia
I pi� soavi moti.
E diemmi un estro rapido
Che carmi ai labbri inspira,
Per cui non � tra l'ultime
Quest'amorosa lira.
Ma a te, fanciulla ainabile,
Questo non basta, � vero,
Non basta ai guardi cupidi
L'animator pensiero.
S�, bella amica, a pingermi
Destro verr� pittore,
Ma potr� far che ispirino
Dolce quest'occhi amore?
E le mie guance giovani
Da pelo ancor non tinte,
D'amore con l'ingenuo
Rossor saran distinte?
Sapr� ritrar l'effigie
Viva del volto mio
Allor che il seno m'agita
Per te di Pafo il Dio?
E sapr� far che dicano,
Tacendo, i labbri miei
Che tu mi piaci, e ch'unica
Dea del mio cor tu sei?
Ah no, nol pu�! La rodia
Arte � miei carmi cede;
Che amor l'agguaglia e supera
Ella medesma il vede.
Te pinsi, o bella; e il candido
Volto ognor stammi al fianco;
N� mai, qual te, l'immagine
Mai di mirar son stanco.
Te pinsi; e i labbri, e i lucidi
Lumi, e le trecce bionde;
Lor parlo; e tosto il turgido
Bel labbro tuo risponde.
Di Tejo il vate pingere
Volle la bella amica,
Commise a industre artefice
S� gen�al fatica;
Ma che? Conobbe ei subito
Lei nel dipinto aspetto,
Ma udir non fu possibile
Dai finti labbri un detto.


Ugo Foscolo

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