Ugo Foscolo: Non de' cantati secoli Invidio i giorni aurati: Pu



Non de' cantati secoli
Invidio i giorni aurati:
Purch� tu il voglia, vivere
Potremo i d� beati.
     Tu m'ami, io t'amo; un docile
Legame ambo ci annoda;
Tu me non credi instabile,
Da te non temo io froda.
     Cos� gioia con Melide
Il Pastorello un giorno
Clio per sentiero incognito
La trasse a rio soggiorno.
     Ma deh! ch'il puoi, l'immagini
Lascia di moda, e ognora
Sol di piacer desidera
A chi solo t'adora.
     Bella tu sei, pi� candida
Non fin che tu sia mai,
S'anco ti desse Cinzio
I fulgidi suoi rai.
     D'Amor, di Fe, di Venere
Antica � pur la face,
Ma nuova � ancor che amabile,
E nuovo � ci� che piace.
     Mentre, il cantor di Cintia
Seco ad amar l'invita,
Le dice.- Amor � semplice,
Odia belt� mentita.
     Negletta � ver, ma lucida
La chioma � di Nerea;
Tu incolta sembri Pallade,
Colta non sembri Dea.
     Cresce la rosa, e innostrasi
Fresca da s� soltanto;
Pi� dolce � senza artefice
Degli augellini il canto.
     Pari alla Dive olimpie
Elena ergea la chiome,
Ma ognor fra gli uomin d'Elena
Vive esecrato il nome.
     Non perch'io tema o tenera
Amica, di tua fede:
In s� bel volto ingenuo
La purit� risiede.
     Risiede s�; ma candida
Di fregio altro non cura;
Ed ha ragion, ch� vendica
I dritti suoi natura.


Ugo Foscolo

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