Con occhi di azzurre vedute canta la mia libertà come figlia del vento. Lunghi vigneti come spazi fra i capelli, campi di grano, ulivi e cemento. Troppo lontana la mia libertà fatta di pioggia di neve, di rovi infiniti e bacche. Una corsa nel prato fra i girasoli dei miei dolci anni, la mia libertà agognata. Il temporale che bagna i corpi nel fieno appena colto, la mia libertà difesa. Mentre si apre il cielo su ripidi torrenti che carezzano le pietre, ospiti eterne de greto, la mia libertà costruisce fatica. Ecco, nasce l'arcobaleno col chiarore del primo giorno. Sbadiglia l'alba sul castello di stagnola, saluta anch'essa la libertà conquistata, mia ultima invenzione.
Matilde Marcuzzo
Parlami di un bacio, dimmi dell'eterno, di una grotta senza tempo. Entra calore, si schiude la bocca! Perle su perle, serpenti in danza, elisir d'assenzio nelle vene e sangue nel bicchiere.
Un tempo ostico nello spazio di pochi attimi, eppur mi narravi, come un profumo di immagini diafane che non tacciono. Cosa è mai questa orma sulla spiaggia degli eroi? È forse il solco d...
È arrivato un treno che portava l'attesa, l'ultima fermata eri tu, tutto un mondo, tutta una vita. Ho capito l'amore quanto fa male dopo averti abbracciato perché ero arrivata e solo l&i...