Collezione personale di bepospali

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M'affaccio alla finestra e vedo il mare:
vedo le stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l'acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d'argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?

Giovanni Pascoli

Se hai giocato è uguale,
anche se adesso fa male.
Se hai amato e era amore,
non è mai un errore.
Era bello sentirti e tenerti vicino,
anche solo per lo spazio di un mattino.

Raf

La vita è una sola vivetela tutta e non rimpiangete mai niente.

Anonimo

Nen cum Santos nen cum maccos non servit bugliare.
Non si scherza ne con i santi ne con i pazzi.

Anonimo

Al rompere del giorno,
mentre ancora dormivo,
ho avuto un sogno strano...
troppo pazzo e cattivo.

Mi sveglio spaventato
e, tra dubbi e paura,
sono ancora incazzato
di quella fregatura.

Non so se piango o rido,
né se mi alzo dal letto;
né se mi zittisco o grido,
neanche se cambio oggetto.

Jean-Paul Malfatti

Quante persone hanno voluto suicidarsi e si sono contentate di strappare la propria fotografia.

Jules Renard

È blasfemo che milioni di persone muoiano ogni anno in Africa di aids anche perché la Chiesa condanna l'uso del preservativo. Il condom a quanto pare è contro gli insegnamenti di Cristo. Anche se Cristo non ne ha mai parlato, se non per lamentarsi del fatto che si rompono facilmente durante il sesso anale.

Daniele Luttazzi

Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano.

Antoine-Marie-Roger de Saint-Exupéry

Il far bene a un povero è più caro agli dei che non l'onorare il potente.

Anonimo

È peggiore la fame del cuore che quella dello stomaco.

Madre Teresa di Calcutta

Un vantaggio della povertà: i tuoi parenti non guadagnano nulla dalla tua morte.

Anonimo

Le stranezze delle persone simpatiche riescono esasperanti, ma non c'è persona simpatica che non sia per qualche verso strana.

Marcel Proust

Questione di stile o di sicurezza... fai te, ma non dire mai a un arabo "... sei una bomba, fratello!"

Daniele Cavalera

Le saghe di "Rambo" e "Rocky" originariamente erano una cosa sola, chiamata "Chuck Norris", in cui lui diventava campione dei pesi massimi con una gamba e con l'altra liberava prigionieri in Vietnam.

Anonimo

In testimoniis dignitas, fides, mores, gravitas examinanda sunt: et ideo, testes qui adversus fidem suam testationis vacillant, audiendi non sunt.
Circa i testimoni, sono da esaminare la loro degnità, l'affidabilità, la moralità e la serietà: sicché, i testimoni che non siano ritenuti ben solidi, per quanto attiene alla credibilità della loro deposizione, non sono da ascoltare.

Anonimo

Al so pais o fa mia begn gnanch i magném.
Al proprio paese non fanno bene nemmeno gli stagnini.

Anonimo

Radiontologia. La radiologia dell'essere che appartiene ai posteri e ai postumi. La parola ha comunque un vantaggio sulla scienza. Prova a radiografare un cazzo e ciucciati la lastra.

Andrea G. Pinketts

Cosa non fare mai: dire "piacere" quando uno si presenta o viene presentato.

Lina Sotis

Ti guardo e il sole cresce
Presto ricoprirà la nostra giornata
Svegliati cuore e colori in mente
Per dissipare le pene della notte

Ti guardo tutto è spoglio
Fuori le barche hanno poca acqua
Bisogna dire tutto con poche parole
Il mare è freddo senza amore

È l'inizio del mondo
Le onde culleranno il cielo
E tu vieni cullata dalle tue lenzuola
Tiri il sonno verso di te
Svegliati che io segua le tue tracce
Ho un corpo per attenderti per seguirti
Dalle porte dell'alba alle porte dell'ombra
Un corpo per passare la mia vita ad amarti

Un corpo per sognare al di fuori del tuo son.

Paul Eluard

La luna rossa, il vento, il tuo colore
di donna del Nord, la distesa di neve...
Il mio cuore è ormai su queste praterie,
in queste acque annuvolate dalle nebbie.
Ho dimenticato il mare, la grave
conchiglia soffiata dai pastori siciliani,
le cantilene dei carri lungo le strade
dove il carrubo trema nel fumo delle stoppie,
ho dimenticato il passo degli aironi e delle gru
nell'aria dei verdi altipiani
per le terre e i fiumi della Lombardia.
Ma l'uomo grida dovunque la sorte d'una patria.
Più nessuno mi porterà nel Sud.
Oh, il Sud è stanco di trascinare morti
in riva alle paludi di malaria,
è stanco di solitudine, stanco di catene,
è stanco nella sua bocca
delle bestemmie di tutte le razze
che hanno urlato morte con l'eco dei suoi pozzi,
che hanno bevuto il sangue del suo cuore.
Per questo i suoi fanciulli tornano sui monti,
costringono i cavalli sotto coltri di stelle,
mangiano fiori d'acacia lungo le piste
nuovamente rosse, ancora rosse, ancora rosse.
Più nessuno mi porterà nel Sud.
E questa sera carica d'inverno
è ancora nostra, e qui ripeto a te
il mio assurdo contrappunto
di dolcezze e di furori,
un lamento d'amore senza amore.

Salvatore Quasimodo

Se il tuo lui vuoi conquistare, con i fornelli devi saper armeggiare.

Anonimo

England'S on the anvil--hear the hammers ring--
Clanging from the Severn to the Tyne!
Never was a blacksmith like our Norman King--
England's being hammered, hammered, hammered into line!

England's on the anvil! Heavy are the blows!
(But the work will be a marvel when it's done. )
Little bits of Kingdoms cannot stand against their foes.
England's being hammered hammered, hammered into one!

There shall be one people--it shall serve one Lord--
(Neither Priest nor Baron shall escape! )
It shall have one speech and law, soul and strength and sword.
England's being hammered, hammered, hammered into
shape!

Rudyard Kipling

Dòa gh'è minga de l'aiut in gent el ghe voeur in argent.
Dove non c'è l'aiuto delle persone ci vuole quello del denaro.

Anonimo

"Rosa fresca aulentis[s]ima, - c'apari inver la state
le donne ti disïano - pulzell'e maritate;
tra[ji]mi de ste focora - se t'este a bolontate;
per te non aio abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia".
"Se di mevi trabagliti, - follia lo ti fa fare,
lo mar potresti arompere, - avanti, a semenare,
l'abere de sto secolo - tut[t]o quanto asembrare,
avereme non poteri a esto monno,
avanti li cavelli m'aritonno".
"Se li cavelli arton[n]iti, - avanti foss'io morto,
[donna], c'aisì mi perdera - lo sol[l]acc[i]o e 'l diporto.
Quando ci passo e veioti, - rosa fresca de l'orto,
bono conforto donimi tut[t]ore:
poniamo che s'aiunga il nostro amore".
"Che 'l nostro amore aiungasi - non boglio m'atalenti.
Se ci ti trova paremo - co gli altri miei parenti!
Guarda non s'ar[i]colgano - questi forti cor[r]enti!
Como ti seppe bona la venuta,
consiglio che ti guardi a la partuta".
"Se i tuoi parenti trova[n]mi, - e che mi pozon fari?
Una difensa met[t]oci - di dumilì agostari:
non mi toc[c]àra pàdreto - per quanto avere ambari.
Viva lo 'mperadore graz[i]' a Deo !
Intendi, bella, che ti dico eo? "
"Tu me no lasci vivere - nè sera, nè maitino.
Donna mi son di perperi - d'auro massamotino.
Se tanto aver donassemi - quanto à lo Saladino
e per aiunta quant'à lo Soldano
toc[c]areme non poteri a la mano".
"Molte sono le fem[m]ine - c'ànno dura la testa,
e l'omo con parabole - l'adimina e amonesta,
tanto intorno procaz[z]ale - fin che l'à in sua podesta.
Fem[m]ina d'omo non si può tenere:
guardati, bella, pur de ripentere".
"Ch'eo ne [ri]pentesseme? - Davanti foss'io aucisa!
Ca nulla bona fem[m]ina - per me fosse riprisa.
[A]ersera passastici - cor[r]enno a la distisa.
Aquetiti, riposa, canzoneri,
tue parabole a me non pìa[c]ion gueri".
"Quante sono le schiantora - che m'à[i] mis'a lo core!
E solo purpenzannome - la dia quanno vo fore,
fem[m]ina de sto secolo - tanto no amai ancore
quant'amo teve, rosa invidïata.
Ben credo che mi fosti distinata".
"Se distinata fosseti, - caderia de l'alteze,
chè male messe forano - in teve mie belleze.
Se tut[t]o adivenissemi, tagliarami le treze
e consore m'arenno a una magione
avanti che m'artoc[c]hi 'n la persone".
"Se tu consore arenneti, - donna col viso cleri,
a lo mostero venoci - e rennomi confleri:
per tanta prova vencerti - faralo volonteri.
Con teco stao la sera e lo maitino;
besogn'è ch'io ti tegna al meo dimino".
"Boimé, tapina misera, - com'ao reo distinato!
Gieso Cristo l'altissimo - del tut[t]o m'è airato:
concepistimi a abattere - in omo blestiemato.
Cerca la terra ch'este gran[n]e assai,
chiù bella donna di me troverai".
Cercat'aio Calabr[ï]a, - Toscana e Lombardia,
Puglia, Costantinopoli, - Genova, Pisa e Soria,
Lamagna e Babilonïa - [e] tut[t]a Barberia:
donna non [ci] trovai tanto cortese,
per che sovrana di meve te p[r]ese".
"Poi tanto trabagliasti[ti], - fac[c]ioti meo pregheri
che tu vadi adoman[n]imi - a mia mare e a mon peri.
Se dare mi ti degnano, - menami a lo mosteri
e sposami davanti da la jenti;
e poi farò li tuò comannamenti".
"Di cio che dici, vitama, - neiente non ti bale,
ca de le tuo parabole - fatto n'ò ponti e scale.
Penne penzasti met[t]ere, - sonti cadute l'ale,
e dato t'aio la botta sot[t]ana;
dunque, se po[t]i, teniti, villana".
"En paura non met[t]ermi - di nullo manganiello:
istomi 'n esta grorïa - de sto forte castiello;
prezo le tuo parabole - meno che d'un zitello.
Se tu no levi e vàtine di quaci,
se tu ci fosse morto, ben mi chiaci".
Dunque vor[r]esti, vitama, - ca per te fosse strutto?
Se morto essere deboci - od intagliato tut[t]o,
di quaci non mi mosera - se no ai[o] de lo frutto,
lo quale staci ne lo tuo jardino:
disïolo la sera e lo matino".
"Di quello frutto no ab[b]ero - conti, nè cabalieri;
molto lo disïa[ro]no - marchesi e justizieri,
avere no nde pottero - gironde molto feri.
Intendi bene ciò che bol[e] dire?
Men'este di mill'onze lo tuo abire".
Molti son li garofani, - ma non che salma nd'ài;
bella, non dispregiaremi - s'avanti non m'assai.
Se vento in proda girasi - e giungeti a le prai,
a rimembrare t'ao ste parole,
ca de[n]tra sta animella assai mi dole! "
"Macari se doles[s]eti - che cadesse angosciato!
La gente ci cor[r]es[s]oro - da traverso e da lato,
tut[t]'a meve dicessono - "ac[c]or[r]i a sto malnato! "
non ti degnara porgere la mano
per quanto avere à 'l Papa e lo Soldano".
"Deo lo volesse, vitama, - te fosse morto in casa!
L'arma n'anderia consola, - ca dì e notte pantasa.
La jente ti chiamarano: - "Oi periura malvasa,
c'à[i] morto l'omo in casata, traita! "
Sanz'onni colpa levimi la vita".
"Se tu no levi e vatine - co la maladizione,
li frati miei ti trovano - dentro chissa magione
[ .. ] ben lo mi sofero - perdici la persone;
c'a meve sè venuto a sormonare,
parente o amico non t'ave aitare".
"A meve non aitano - amici, nè parenti;
istrani[u] mi son, carama, - enfra esta bona jenti.
Or fa un anno, vitama, - che 'ntrata mi sè '[n] menti;
di canno ti vestisti lo maiuto,
bella, da quello jorno son feruto".
"Ai, tando 'namorastiti, - [oi] Iuda lo traito?
Como se fosse porpore, - iscarlat[t]o o sciamito!
S'a le Va[n]gele iurimi - che mi sia a marito,
avereme non poter'a sto monno,
avanti in mare [j]it[t]omi al perfonno".
"Se tu nel mare git[t]iti, - donna cortese e fina,
dereto mi ti misera - per tut[t]a la marina,
[ e, da ] poi ca 'n[n]egas[t]eti, - trobareti a la rina,
solo per questa cosa ad impretare:
con teco m'aio agiungere a pec[c]are".
"Segnomi in Patre e 'n Filio - ed i[n] Santo Mat[t]eo!
So ca non sè tu retico - [o] figlio di giudeo,
e cotale parabole - non udì' dire anch'eo!
Morta si [è] la fem[m]ina a lo 'ntutto,
perdeci lo saboro e lo disdutto".
"Bene lo saccio, carama: - altro non poz[z]o fare.
Se quisso non arcomplimi, - lassone lo cantare.
Fallo, mia donna, plaz[z]ati, - che bene lo puoi fare.
Ancora tu no m'ami, molto t'amo
sì m'ài preso come lo pesce a l'amo".
"Saz[z]o che m'ami, [e] amoti - di core paladino.
Levati suso e vat[t]ene, - tornaci a lo matino.
Se ciò che dico facemi, - di bon cor t'amo e fino:
[eo] quisso ti 'mprometto sanza faglia,
tè la mia fede che m'ài in tua baglia".
"Per zo che dici, carama, - neiente non mi movo;
inanti prenni e scannami, - tolli esto cortel novo.
Sto fatto fare potesi - inanti scalfi un uovo.
Arcompli mì talento, [a]mica be]la,
che l'arma co lo core mi si 'nfella".
"Ben saz[z]o l'arma doleti - com'omo c'ave arsura.
Sto fatto [far] non potesi - per null'altra misura
se non a le Vangel[ï]e - che mo ti dico iura,
avereme non puoi in tua podesta;
inanti, prenni e tagliami la testa".
"Le Vangel[ï]e, carama? - ch'io le porto in sino!
A lo mostero presile, - non ci era lo patrino.
Sovr'esto libro iuroti - mai non ti vegno mino.
Arcompli mì talento in caritate,
che l'arma me ne sta in sut[t]ilitate".
"Meo sire, poi iurastimi, - eo tut[t]a quanta incenno;
sono a la tua presenz[ï]a, - da voi non mi difenno.
S'eo minespriso ajoti, - merzè, a voi m'arenno.
A lo letto ne gimo a la bon'ura,
chè chissà cosa n'è data in ventura".

Cielo d'Alcamo
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