Comportamento,

Scrivere, per sognare, di poter dire un giorno d'aver vissuto.

Scriverò la mia ultima parola, anche raccolto sotto un ponte, anche col sangue su un marciapiede!

Scriveva sulla sua pelle con l'inchiostro della passione parole che scatenavano l'inferno.

Scrivi poesie e ti daranno del depresso. Proponi amenità e ti tacceranno di superficialità. Taci e sarai insensibile. Chiedi e sarai inopportuno. Se cammini non meriti la meta, se corri vuoi tutto e subito. Per questo io faccio un po' come cazzo mi pare, tanto un dito puntato contro l'avrò comunque.

Scrivimi come si faceva una volta. Una lunga lettera fatta di fogli ricoperti di pelle e lacrime, scrivimi con il pennino intinto di sangue e dolore. Scrivimi parole che parlino di te. Scrivimi come un tempo e raccontami chi tu sia ora.

Scrivimi se non hai le parole, se hai qualcosa che ti blocca... non ti preoccupare basta che mi pensi anche un po'

Scrivo con l'inchiostro dell'anima.

Scrivo meglio di quelli che non sanno scrivere ma decisamente peggio di chi sa appena scrivere.

Scrivo per lasciare traccia di me del mio cammino lungo questo sentiero che Dio mi ha donato.

Scrivo per me perché mi piace, non ho velleità letterarie, lascio questo privilegio a buon diritto agli scrittori veri. Il mio è un modo come un altro di esprimere qualche mio pensiero e descrivere, anche maldestramente se volete, ma coerentemente, la pochezza del genere umano.

Scrivo per rifugiarmi e leggo per ritrovarmi. E viceversa.

Scrivo perché i miei pensieri siano liberi di raggiungere chiunque mi voglia ascoltare.

Scrivo quello che sento. Se vi piace bene, se non vi piace bene!

Scrivo questo pensiero dopo aver parlato con un povero pazzo che invece mi è parso meno povero di tanti ricchi benefattori che pur di raggiungere gli allori, dispensano gloria di carta e non sporcarsi le mani regalando una carezza ad un misero, sporco pazzo... sporco solo delle sue vesti.

Scrutare negli occhi della gente e trovarci scannerizzazioni di luci e ombre di vita vissuta.

Sculetta con il cervello. Con le chiappe sono capaci tutti ormai, persino gli "uomini".

Scusa no perché mi stai sul cazzo ma se avessi l'ultimo bicchiere d'acqua lo darei a un cactus.

Scusa! Mi inchino di fronte a coloro che riescono ancora a pronunciare queste parole, e mi capita purtroppo raramente.

Scusami se ho urtato la tua sensibilità, non volevo ferirla, soltanto massacrarla.

Scusami, se non sono come vorresti tu. Se non sono perfetta e sempre dolce e piena di miele. Scusami, se a volte sono testarda, caparbia e anche aggressiva. Sai, quando le cose le senti dentro se lasciano e trasmettono gioia ed emozioni so darti l'anima. Se mi toccano in modo violento, mi feriscono e mi deludono sono capace di dimenticare il cuore e ciò ciò che sente e trattarti come meriti pur di difendermi!

Scusarsi non significa sempre che tu hai sbagliato e l'altro ha ragione. Significa semplicemente che tieni più a quella relazione che al tuo orgoglio.

Se "gioco" di testa e perché miro a qualcosa di "grande".

Se è abbastanza cresciuto da comperarsi una birra, è pure in grado di scegliersi la vita che preferisce.

Se è gentile, non significa che non sia uno stronzo/a.

Se è impossibile tornare indietro, è un dovere andare avanti.