Comportamento,

Parole. Quante parole ogni giorno. Milioni di parole, parole che fanno sorridere, parole che fanno piangere, parole che non vorresti ascoltare, altre che non avresti voluto dire e quelle che aspetti da sempre, milioni di parole che si spengono davanti ad una sola azione compiuta.

Parte dal cuore, ma risuona nell'anima ogni atto d'amore.

Partendo dal presupposto che non si può piacere a tutti, devo dire che l'importante è piacere a chi piace a me, il resto, mi scivola come acqua.

Partendo dal presupposto che tutti quelli che non la pensano come lui siano automaticamente una massa di meduse prive di materia cerebrale funzionante, l'arrogante dà per scontato il suo essere migliore degli altri.

Partorire parole non è doloroso, lo è essere fraintesi, non creduti, ignorati.

Passa il tempo e ti accorgi di essere solo una stampella da usare quando si fanno male e hanno bisogno di aiuto per camminare, non è questo che voglio essere, non più. Da ora la sottoscritta sarà solo la stampella per se stessa. Chi semina vento raccoglie tempesta, dicono. Che cazzata, o hanno fatto confusione con i detti o non è vero niente. Ho seminato favori, gentilezza e educazione e ho ricevuto l'esatto opposto di tutto quanto. A questo punto mi sorge spontanea la domanda: e se cominciassi a seminare dei vaffanculo a raffica?

Passa il tempo, e scorre veloce. Trovalo per te stesso, trovalo per dedicare agli altri. Trovalo per sorridere e per sorriderti. Trovalo per le piccole cose che riempiono la vita, trovalo il tempo, non perderlo, il tempo.

Passano i minuti, e poi le ore, e il dolore diminuisce, i sensi di colpa sembrano sbiadire, ma è solo una speranza traditrice, momentanea. È un dolore infinito, un fuoco maligno, che io stesso alimento, ma non so dire se volontario o no, esso mi consuma in lati di me, che se non fosse per le fiamme, non saprei neanche di avere, avvolti precedentemente da un buio irreale. Cercando come sempre, come quasi ogni notte, di sedare tale incendio, scosto tal pensiero dalla mente, usando te come conforto abituale. Passano i minuti, e poi le ore, e il dolore ricompare.

Passare dall'autostima alla presunzione forse richiede un po' di tempo e qualche successo, dalla presunzione al delirio d'onnipotenza il passo può essere però molto breve.

Passerà anche questa volta, passerà come sempre, e sarò più forte di prima.

Passiamo buona parte del nostro tempo a specchiarci. Non dite di no. La mattina, mentre ci laviamo i denti, facendo le smorfie più strane, sotto la doccia, ogni tanto uno sguardo, pettinandoci o vestendoci e prima di uscire ancora un'ultima occhiata. Non è finita! In auto lo specchietto è regolato in modo che ci si possa specchiare, mentre il semaforo è rosso, al lavoro, al bar, nelle vetrine, siamo circondati da qualcosa in cui la nostra immagine è riflessa. Tanto tempo a specchiarci eppure il più delle volte non ci sentiamo a posto.

Passiamo gran parte della nostra vita ad offrire la verità agli altri, senza preoccuparci di convincerli che realmente lo sia, ma con l'unica consapevolezza che prima o poi arriverà qualcuno che saprà distinguerla da tutto il resto.

Passiamo il tempo a correre, a guardare in avanti, siamo concentrati sugli obbiettivi da raggiungere, non abbiamo più tempo per guardare ciò che ci sta attorno e ammirare il genio umano.

Passiamo l'uno per cento della nostra vita a commettere errori, il resto a cercare di rimediare ad essi.

Passiamo la vita a lamentarci di non avere nessuno che si interessi a noi, che ci aiuti, che ci tenda la mano. La verità è che crediamo che non esistano persone gentili e disponibili. Ma se per caso questo accade, pensiamo subito che ci sia la fregatura.

Passiamo la vita ad inseguire i sogni quando basterebbe fermarsi e cercare di realizzarli.

Passiamo troppo tempo con le persone sbagliate e pochissimo con chi merita tantissimo.

Passione che vede solo una ragione: di scontrarsi con il tuo corpo.

Passo dopo passo lasciamo dietro di noi le tonalità spente, quelle persone che hanno chiuso la mente. Quelle che non hanno il coraggio di vivere le emozioni. Che si accontentano di ieri, e non vivono l'oggi. Quelle che sanno solo parlare, e non hanno il profumo di agire.

Passo dopo passo per continuare a guardare avanti, perché se qualcosa è rimasta indietro è là che doveva restare, altrimenti adesso camminerebbe accanto a me.

Passo il mio tempo a pensare, forse penso troppo, ma guardando quello che c'è in giro preferisco pensare che fossilizzarmi il cervello con visioni senza senso né importanza. Mi piace osservare con cura i dettagli nascosti, trovare il bello in tutto ciò che guardo. Mi capita spesso di guardare qualcosa e vedere un cuore: questa è la forma che più di tutto trovo in ogni cosa.

Passo sopra a molte cose ma non dimentico, faccio finta di non vedere ma ho immagini impresse nella mente, il passato è passato ma resta presente.

Paura la mia di rimanere sola.

Paura: non aver fiducia in sé stessi. Paura di cosa! Di soffrire? Di morire? Di non essere "all'altezza"? Di non riconoscere il canto dal pianto? Paura del confronto e della strada buia, paura di voltarsi e di trovarsi soli; paura di trovarsi e di non credere di averlo fatto. Parlare, tacere, credere di scoprire ciò che non siamo e che vorremmo essere. Paura di essere dimenticati (da chi?). Paura di trovare un amico (sana paura).

Paure e desideri sono sempre l'inizio di un grande sentimento.