Questi ragazzi sono infelici, troppo infelici. Portano a scuola tutto il peso delle loro vite, la famiglia che non li capisce, le loro case di provincia, portano già nei loro zaini il lavoro che non troveranno, insieme alle ragazze che già non gli sorridono e agli innamorati che non sanno parlare con loro, e poi il motorino nuovo, la macchina, la maglietta di marca, tutte le cose che non hanno e non avranno mai, si tengono addosso la disperazione, la voglia di fuggire da questo posto e la consapevolezza che invece non ce la faranno mai, che se va bene verranno presi alla fabbrica come i loro padri e fratelli maggiori, oppure finiranno d'estate a fare la stagione negli alberghi sul mare.
Ivan Cotroneo
La sua voce me la ricordo quando parlava con gli altri, quando rispondeva all'appello, quando veniva interrogato dai professori.
Una delle operatrici mi aveva spiegato che non esistono persone belle o brutte, esistono solo quelli che hanno qualcosa, e alla fine tutti, chi più e chi meno, hanno sempre qualcosa se hai vogl...