Giuseppe Catalfamo: La voglia di scrivere è innata nell'uomo, ricordo



La voglia di scrivere � innata nell'uomo, ricordo quando quindicenne scrivevo favole e fantascienza, mai abbandonato la penna, periodi particolarmente grafomani misti a momenti anche lunghi di sterilit�, la penna sempre in tasca. Finestra chiusa, scrivania, posacenere, un'abat-jour sul lato del tavolo disegna un chiarore tenue e morbido, mi perdo ad osservare le parole della luce sorseggiando absentium. Volevo scrivere d'amore, non riesco. Amore per me non ha mai fatto rima con cuore, la rima � con complicit� e stima. Significati; sento "amore" e penso a mio padre, mia madre, un'iperbole e penso al mio cane, amori assoluti, dove c'� calore e protezione, ricevuti ed elargiti senza condizioni. Amore non mi evoca, quelle deliziose fossette fra schiena e glutei che si creano quando il tuo corpo � sdraiato. Amore non mi evoca, quando mi perdo a seguire il disegno dei tuoi fianchi, le mani acquistano vita propria sfiorano i lati dei seni muovendosi verso le scapole arrivando ai glutei affezionandosi all'interno delle cosce con parvenza di regola, non c'� regola, quegli occhi tutt'uno coi miei, il tuo corpo che vibra, quell'uggiolio che non � dolore ma il desiderio di donarti, di bersi. Amore non mi evoca, quando frementi non abbiamo ...[segue »]

Giuseppe Catalfamo

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