Salvatore Armando Santoro: Sai, fratello, t'ho visto l'altra sera! T'ho visto



Sai, fratello, t'ho visto l'altra sera!
T'ho visto, appena giunto alla stazione,
con un trancio di pizza e qualche pera,
con le tue cianfrusaglie e col cartone.

Ti ho osservato aggirarti lentamente
in cerca d'un posto un po' al riparo
dal gelo, un po' nascosto dalla gente,
per mandar gi� qualche boccone amaro.

T'ho guardato in silenzio, con piet�,
ed ho provato a entrare nei tuoi panni,
cercando intorno un po' di umanit�
qualcuno che mi strappasse dagli affanni.

Ho trovato l'indifferenza pi� assoluta
di tanta gente, che non volea capire,
gente che al mio patir restava muta,
quasi annoiata, senza intervenire.

Solo la strada avevo a fianco a me:
la strada che talvolta � pi� accogliente
e non ti lascia solo, anche perch�
abbraccia nel suo grembo tanta gente

d'ogni razza e d'ogni condizione,
non chiede mai a nessuno il passaporto
non guarda il ceto sociale o la nazione,
non ride se sei brutto o se sei corto.

Forse domani ti troveran stecchito,
disteso su una panca o sotto un ponte,
oggi per te nessuno ha mosso un dito,
e pur 'io che t'ho avuto di fronte

seduto a terra, l� nella stazione,
non t'ho allungato neppure mille lire
e son passato anch'io con distrazione,
fingendo di non vedere e non sentire.


Salvatore Armando Santoro

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