Erano motori a manioca gli operai
sotto il sole dell'Africa schiava.
Tagliavano canna con macete di ferro,
corpi vestiti di nero e di stenti.
Li ricordo venuti dall'inferno:
mani callose per guadagnare il pane
senza moglie e senza figli
con un pezzo di pane di banana.
Erano i contrattati di Guruwe, Ile,
Maganja, Derre e Morrumbala:
terre con miti, storie e leggende
lasciate dietro vicino al focolare.
Erano motori a manioca gli operai
nella fabbrica di zucchero di Luabo.
Lo Zambesi lavava le loro ferite
camminando lento verso il mare.
Quanti motori sono stati spenti
in questo cimitero senza croci.
Oggi restano le gride insepolte
all'ombra d'un mango senza volto.
Giuseppe Bartolomeo
L'Africa tiene aperta una ferita
nel grande orizzonte tinto di rosso.
Ogno mattina la espone al sole
per eliminare i malumori della notte.
La luna dorme insieme all'ipopotamo
per mordere il sole del ...
Cielo uniforme
verde immobile.
Un cigolio
di carrucola,
un arco
in ombra.
� un pomeriggio
di un giorno
di Agosto
in una paese
senza nome
del deserto
di Aragona.
Un volo di falco
un viso di donna
fumo ...
Non ci sono speranze sui marciapiedi,
non gettiamo i sogni sulle strade.
L'uomo spento nella sua ombra
chiede soldi senza vergogna.
Abbiamo smarrito la memoria
tra i graffiti di rivolta.
Il cuore cor...