Solone: Mai, per decreto di Zeus o per volere degli dèi b



Mai, per decreto di Zeus o per volere degli d�i beati,
immortali, la nostra citt� cadr� in rovina:
una tale custode, magnanima, dal padre possente,
Pallade Atena, tiene le mani dall'alto su essa.
I cittadini, con le loro stoltezze, vogliono distruggere,
proprio loro, la grande citt�, corrotti dal denaro.
Ingiusta � la mente dei capi del popolo, cui incombe
patire molti dolori per grande tracotanza.
Essi non sanno contenere l'insolenza, n� attendere
alle gioie presenti, nella pace del banchetto.

Si arricchiscono cedendo ad azioni ingiuste

non risparmiando propriet� sacre n� pubbliche,
rubano e rapinano, chi da una parte chi da un'altra.
Non curano i sacri fondamenti di Giustizia
che, silenziosa, conosce ci� che avviene e che avvenne
e, col tempo, arriva per punire.
Questa piaga, cui non si pu� sfuggire, pervade tutta la citt�;
ed essa cade presto nell'odiosa servit�,
che desta la rivolta civile e la guerra assopita,
fonte di rovina per l'amabile giovent� di molti.
A causa dei nemici, la citt� molto amata
si consuma in riunioni care agli ingiusti.
Questi mali fra il popolo si aggirano; dei poveri
molti giungono nei paesi stranieri,
venduti e legati a turpi catene.


Solone

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