Guido Gozzano: Noi ci vedemmo sotto cieli tetri, vite di Cipro, a



Noi ci vedemmo sotto cieli tetri,
vite di Cipro, al tempo che tu arricci
pochi rimasti pampini ed arsicci
sui tralci immiseriti come spetri.

Ci rivediamo che ricopri i vetri
di verde folto, allacci di viticci
e attingi coi tuoi grappoli biondicci
la loggia, in alto, pi� di venti metri.

Chi vede le tue prime foglie vizze,
o loggia solatia, in Vigna Colta,
come un'amica dolce ti ricorda.

Tu fosti che indulgesti alle sue bizze,
quando Centa vietava la raccolta
alla piccola mano troppo ingorda.

II.

M'� caro, loggia, poi che le tue pigne
la nuova luna di settembre invaia,
piluccare i bei chicchi a centinaia
fra le grandi compagini rossigne.

Pi� mi compiaccio in te che nelle vigne,
ma, poich� getto i fiocini ne l'aia,
Centa s'avvede, Centa la massaia
mi ricerca con l'iridi benigne.

�Bevesti il latte che non � mezz'ora!
Uva e latte dispandon per le membra
tossico fino! Quella gola stolta!...�

Sgridami, Centa! Sali come allora
a condurmi pel braccio via! mi sembra
che tu debba allevarmi un'altra volta...


Guido Gozzano

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