Mario Luzi: Si pasce di se il fiume, bruca serpeggiando le sue



Si pasce di se il fiume, bruca
serpeggiando
le sue
quasi essiccate sgorature,
visita
le sue
quasi aride pozzanghere,
si trascina ai suoi gi� putridi ristagni
finche, poco pi� oltre
un poco lo confortano
misteriosi trasudamenti,
lo irrorano frescure,
umori, vene
dal pi� profondo
del suo cuore sotterraneo
ed eccolo
rinasce esso dalle secche,
ora, si lascia dietro la sassaia
della sua quasi estinzione
per il suo nuovo cammino -
si muove verso se stesso il fiume,
si sposta dentro il suo cangiante bruco
ed entra, fiume nuovo
uscito dalle sue ceneri
nei luoghi dove opera
la primavera e non c'�
fiore n� gemma, non c'� ancora
ma c'� quella radiosa incandescenza
di luce e opacit� nel bianco dell'aria,
c'�, ed ecco si diffonde, quella trepidante animula
e quel chiaro sopra la linea degli alberi,
quel gi� pi� festoso scintillamento delle acque.
C'� tutto "quello". E c'�
lui fiume,
ne vibra intimamente
il senso. C'� questo, c'� prodigiosamente.


Mario Luzi

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