Lorenzo Bosco: Tu che sei simile a me, tu che come me hai progett



Tu che sei simile a me,
tu che come me hai progettato un futuro costruito su una speranza
e ne sei rimasto amaramente deluso:
Come si fa a sopravvivere?
Come si fa a non mollare?
Come si fa a smettere di sanguinare?
Ad andare avanti, come si fa?
A non pensarci, a ricominciare?
Dimmi come si fa se lo sai
perch� sento gli organi implodere su se stessi,
sussultare ogni secondo e battere insieme al cuore,
che da uno squarcio sta perdendo lentamente la sua vita.
Dimmelo o potrei scivolare lentamente sottoterra.
Dimmelo, perch� adesso vedo una strada non costruita,
senza asfalto,
che mi si para dinnanzi?
Perch� quella salita,
che mi avvicinava sempre di pi� alla felicit�,
� stata bruscamente interrotta?
Dimmelo che ho sbagliato.
Che sono un ingenuo, un debole.
Dimmelo che sognare � da sciocchi.
Dimmi che � colpa mia e non del mio sogno agognato.
Dimmi che non avrei fallito se fossi stato diverso.
Raccontami di te e dimmi che tu avresti fallito come me.
Che alla fine non ho sbagliato nulla,
ma che semplicemente non ero pronto.
E che forse il mio unico errore � stato crederci troppo.
Ingannami crudelmente ma regalami altra speranza.
Drogami di falsa felicit�.
Di quel sentimento che gli rassomiglia tanto,
ma che con tanta facilit� ti si dissolve tra le mani.
Curami il cuore prima che smetti di battere.
Oppure uccidimi prima di vederlo piangere altre lacrime.
Rubami l'anima e nascondila dove non possa trovarla.
E se il mio corpo vorr� cercarla privami delle gambe
perch� cos� non possa andare a cercarla.
Non farmi provare pi� emozioni e non farmi raggiungere ci� che voglio.
Svuotami tutto e riempimi di solitudine.
Inchiodami le mani con spuntoni di odio.
Impediscimi di farmi ancora del male.
E poi, se puoi, se vuoi,
portati con te la mia speranza,
che mi ha tradito e ghermito tra le sue debolezze.
Stammi vicino e continua a parlarmi,
e s�, narrami della mia vita raccontandola a memoria.
E quando arriverai all'avvelenato pugnale prendilo tra le tue mani,
esattamente come fece il Destino,
e infilamelo nel petto perch� non voglio fare altro.
Non voglio fare altro che rivivere ogni secondo di quel pugnale.
Non voglio fare altro che risaggiarne la punta entrarmi tra le costole.
E se � il dolore che amo soffrir� per il resto della mia esistenza,
ma ti prego non fermarti e porta dentro tutta la lama.
E se poi pianger� � solo perch� ho riprovato la stessa emozione,
amore, odio e frustazione...
E dopo aver finito di uccidermi
non lasciarmi cadere a terra ma sorreggimi per le braccia.
Ma non levarmi quel pugnale dal petto...
perch� � la cosa pi� cara che ho al mondo.
Dimmi che non sono uno stupido poi
e ripetimi di nuovo che non � colpa mia
e che non sono il primo a cadere in questa trappola.
Accarezzami sulla guancia
sentendo la barba che graffia il dolce palmo della tua mano
e forse la diffidenza scomparir�.
E poi, se riesci, se non fallisci
estraimi quel pugnale e cancellalo dai miei ricordi.
Perch� forse allora avr� capito che non � il meglio,
ma solo una buca sulla mia strada
che adesso � stata riempita.
E se ancora costanti dubbi mi assalissero,
fermami e fammi sedere
e come se fossimo a scuola insegnami a vivere
al meglio la mia vita.
Ma ti prego non abbandonarmi anche tu
perch� diverrai la cosa pi� importante che ho.
Non trasformarti in pugnale,
ma divieni penna
per poter scrivere su un foglio di carta la nostra felicit�.
Poi invecchiamo, ma non smettiamo di fare l'amore
e continuiamolo a farlo come se fosse la prima volta.
Continuiamo a provare lo stesso imbarazzo quando ci baciamo
e la stessa tristezza quando un impegno ci separa.
E cercami come se fossi aria ed acqua
e tutto ci� che ti � essenziale per vivere.
Ed allora capir� che la vita non � crudele,
ma che siamo noi che scegliamo di farci del male a volte.

Ti amo gi� anche se non ti conosco...
E sono qui ad aspettarti,
dolce, ignoto futuro...


Lorenzo Bosco

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