Salvatore Satta: Come in una di quelle assurde processioni del para



Come in una di quelle assurde processioni del paradiso dantesco sfilano in teorie interminabili, ma senza cori e candelabri, gli uomini della mia gente. Tutti si rivolgono a me, tutti vogliono deporre nelle mie mani il fardello della loro vita, la storia senza storia del loro essere stati. Parole di preghiera o d'ira sibilano col vento tra i cespugli di timo. Una corona di ferro dondola su una croce disfatta. E forse mentre penso la loro vita, perch� scrivo la loro vita, mi sentono come un ridicolo Dio, che li ha chiamati a raccolta nel giorno del giudizio, per liberarli in eterno dalla loro memoria.

Salvatore Satta

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