Virgilio: Tutti tacquero allora, attenti e fissi, Muto tenen



Tutti tacquero allora, attenti e fissi,
Muto tenendo nell'attesa il labbro.
Indi cos�, dall'alto seggio, Enea
A dire cominci�: ? Tu vuoi, regina,
Che un dolore indicibile rinnovi
In questa notte placida narrando
Come il troiano sventurato regno,
E d'Ilio il fiore, i Greci abbian distrutto;
E quelle infelicissime vicende
Ch'io stesso vidi, e di che fui gran parte.
Chi, questo raccontando, sia soldato
Del duro Ulisse, o Dolopo, o Mirmidone
S'asterrebbe dal pianto? E gi� dal cielo
Scende l'umida notte e, declinando,
Al dolce sonno invitano le stelle.
Ma se tanta, o regina, � in te la brama
D'udir le nostre pene, e quella ancora
Che fu di Troia l'ultima sciagura,
Bench� l'animo ancora a tal ricordo
Inorridisca, ed al pensier rifugga
Di tanto lutto, io pur dir�. Gi� stanchi,
E dal Fato respinti, i re dei greci,
Trascorsi ormai tant'anni, un gran cavallo
Simile a un monte eressero sul lido
Con l'aiuto di Pallade, e coi fianchi
Tutti intessuti di recisi abeti:
Finsero un voto pel ritorno, e tale
Se ne diffuse il grido. Uomini scelti
A sorte eletti poi nascostamente
Nel cieco ventre chiusero, e le vaste
Caverne e i fianchi empirono d'armati.
Di fronte a Troia � un'isola assai nota,
Tenendo detta, allor florida e ricca
Finch� fu troia in auge: or solo golfo
E malsicuro asilo delle ...[segue »]


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