Nelle mie zone d'ombra, imbastisco discorsi e silenzi, tagli, cuciture e feritoie ed insani appelli fatti di richiami estremi alla tua carne che gronda sangue che mi trasuda dai pori, dagli alveoli, mi respira, annaspandomi, soffocandomi, l'ultima sillaba. Sei leggio, il mio tu che si fa pelle e t'inghiottisco, ti deglutisco a forza, costringendoti dentro al petto, per arrivarmi nell'intimità di ogni mia voglia che ti reclama, perentoria. Sei effige sacra e ti prego, Dio mulatto fatto di sesso ed altra brama che mi copia il desiderio e me lo incolla alla tua immagine. Somiglianza del mio divino.
Mariella Buscemi
Io credo che una cicatrice dell'anima sia la firma di un patto tra il dolore e la sopravvivenza.
Ho compreso l'inconoscibile più che mai e professato l'indicibile con la tua mano sulla bocca, pronta a stracciarmi le parole inaudite, ché le verità van taciute: saperle e non di...
E la tormenta del passato segue il suo diritto all'oblio. Siamo pionieri nuovi a tenersi per mano per domare la risacca.