Stretta all'accadere dell'acqua, la risacca mi fa corda. Funi d'appiglio, noi, ogniqualvolta ci siamo detti mare. Tra l'immenso e l'abisso, trattenuta a malapena, agguantata in riva, increspata dal tocco. Sei stato alba e marea, ché sul fare della sera basto già io con il mio buio che scende tra le dita ad ammettere la paura e a chiedere l'abbraccio. E tu, vivo e io notturna. Dormirci. Poi, confonderci. Dirmi cielo, in una notte di mare pieno. Come la luna.
Mariella Buscemi
Io credo che una cicatrice dell'anima sia la firma di un patto tra il dolore e la sopravvivenza.
Ho compreso l'inconoscibile più che mai e professato l'indicibile con la tua mano sulla bocca, pronta a stracciarmi le parole inaudite, ché le verità van taciute: saperle e non di...
E la tormenta del passato segue il suo diritto all'oblio. Siamo pionieri nuovi a tenersi per mano per domare la risacca.