Quella non era una caverna, vedeva la bocca del mostro che ogni notte la veniva a trovare, si ripeteva è solo un sogno, un incubo che mi tormenta da tanti anni. Anna finalmente aveva trovato il coraggio di fermarsi a guardare il mostro, la sua visuale era cambiata, accorgendosi che lei era dentro alla bocca, ogni volta che scappava, tornava indietro, ripercorrendo la gola, inghiottita dalla sua paura.
Roberta Bugnotto
Si era chiusa nell'inverno dell'anima, aveva deciso di non soffrire più, lasciando fuori la primavera.
In quel campo c'era un unico fiore, lei non poteva, non voleva vederlo. Nella sua testa quell'unico pensiero.
Tic, tac, tic, tac invoco la notte, vestita di stelle, il viso lunare, per farmi portare da dei, dee in una via nuova da scoprire. Occhi non servono, per prendere la mano della fantasia, ci si lascia ...