Sporcarsi le mani e gli occhi da desiderio. Scriverlo e leggerlo per goderne ogni attimo in cui la lontananza si impone.
Stare con me è difficile, ma stare senza di me è impossibile.
Strappiamo il grigio anonimo della circostante realtà e scopriamo la luce del cielo, del mare, della bellezza, della libertà.
Stringimi con tutta la rabbia che hai, usa le mani come fossero parole e con il tuo sguardo rivelamele.
Sulle labbra al mattino ci vorrebbe un bacio, ma a volte non resta che accontentarsi del caffè.
Tante volte oggi ti hanno abbracciato, ti hanno baciato, inviato fiori e ringraziato. Eppure si desidera solo una cosa: che si ricordassero che donna! Lo eri anche ieri.
Ti aspettavo, anche questa sera sei nei miei pensieri!
Ti passerà quando preparando da mangiare smetterai di chiederti "chissà se a lui piacerà."
Ti ritrovi a cercare il riflesso della tua anima lì dove pensavi di non trovarlo, fuori dai rumori, dentro il tuo mondo fatto di ovattate presenze e insopportabili assenze.
Toglimi il sorriso, ma solo per baciarmi.
Tra le lacrime e il sangue il confine è stretto, lo stesso che si rintraccia tra l'amore e il possesso.
Troppo facile giudicare. Sorprendimi: sii un esempio.
Tu che conservi sempre tutto, ogni oggetto per te è un pezzo di vita. Dimmi: lo conservi il mio ricordo?
Tutti troppo bravi a scrivere l'amore, mentre ci vorrebbe qualcuno che fosse in grado di dimostrarlo.
Tutti vogliamo essere speciali, differenti, avere un particolare che ci distingue, fare qualcosa di originale. Tutto bene, fin quando non si comprende più dov'è il limite della decenza e...
Tutto quello che accade ha una ragione, solo che io questa volta non la capisco.
Tutto torna indietro, anche l'odio. Ma l'amore una volta andato, non torna più.
Un "no" della tua donna si discute solo con un bacio.
Un bacio, per dirsi ancora: "ci sarò anche domani!"
Un bacio: il lucchetto che apre e chiude una giornata.
Un mio ricordo più impudico delle mani, ti ha rubato una carezza.
Un oceano di parole in questo silenzio, dove ogni giorno ti racconto di me.
Un umore così criptico che non ha parole, ma la necessità di un suono, un odore, il calore di una carezza, il piacere leggero di un bacio, il comprendere di uno sguardo, che si trova sol...
Un'immagine senza parole, parole senza immagini. Quello che vedi tu non è il mio pensiero, è quello che tu vuoi che sia.
Una volta c'erano le cosiddette comari che dietro le loro finestre spiavano la vita degli altri per inciuciare. Oggi entrano in casa e si fanno chiamare "amici."