Quand'è che riuscirò a rimettere in piedi questa vita sgangherata?
Quando ci si è emancipati, per merito o per fortuna, dai bisogni materiali, si può dire impunemente quello che si vuole.
Quanta voglia avrei di gridarti quanto mi manchi! Ma mi ritrovo ad urlarlo infinitamente dentro il mio cuore facendo eco nella mia testa. E non mi fa dormire... mi contorco cercando di afferrare la mi...
Quanto ci piace far finta di essere buoni.
Quanto dolore al pensiero di perderti e a volte il suo odore si avvicina cos? tanto da non farmi pi? respirare! Allora vorrei gridarti che mi manchi, di non lasciarmi sola, ma poi... non posso far alt...
Quei sapientoni che ti fanno addormentare.
Quel bisogno assurdo di socievolezza (credo quia absurdum est)
Quel darsi tanto da fare per poi approdare inevitabilmente al nulla.
Quel pessimismo imputato sempre alle menti migliori.
Quel predicare il bene dando per scontato il male.
Quell'andare sull'orlo del precipizio da cui sgorga il tuo genio.
Quell'inebriante/estenuante restare sempre sospesi tra terra e cielo.
Quella credulità sorella dell'indigenza.
Quella disuguaglianza che ti vieta l'amicizia.
Quella mancanza di pietà chiamata carità.
Quelle bugie così necessarie.
Quelle domande in sospeso che attraversano la tua intera esistenza.
Quelle ferite al cuore non rimarginabili.
Quello sgomento che ti prende di fronte all'imperversare del male nel mondo non comunicabile.
rimarrà!
Scendere in campo è sempre rischioso: pensa a che cos'è successo al buon Dio quando si è fatto uomo.
Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli.
Scrivere ? viaggiare senza la seccatura dei bagagli.
Scrivere: l'urgenza di riferire innanzitutto a se stessi qualcosa che si è improvvisamente disvelato ai propri occhi.
se è bastato così poco per essere cancellato?