Merja Virolainen: A cosa serve indugiare, rimanere dietro la tendina
A cosa serve indugiare, rimanere
dietro la tendina che si annerisce,
guardare il miraggio in faccia,
quando la malforme primavera fa scorrere
la sua sciabica nell'isolato dei single:
un balenio di nafta nel cervello,
il ventilatore sfiletta il fumo,
e nel nido di un palchetto sul retro
gracchia una vecchia com�dienne.
Gi� il tuo profumo mi fer�.
Quando ti scottasti le dita,
sentii un bruciore in mano.
Ma il periodo di grazia � passato,
� tempo, finalmente, che finisca
ci� che un tempo era eterno:
l'accendino fiammeggia, tira via
il miraggio dal volto,
batto il pugno sul gioco, distruggo
un'altra nave aliena.
Merja Virolainen
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L'oscurità va a tentoni,
abbassa le dita sul dorso della mano:
sono qui.
Tiro via la mano.
Se tu morissi:
oserei toccarti.
Se solo tu zoppicassi via per il corridoio
sempre più lontano, ti rimpiccioli...
Ti svegli una volta due prima del giorno.
Hai sentito in sogno
i colpi, i bisbigli,
i lamenti soffocati,
il crepitio della porta?
Il vento, i rami? Sbattere in te:
c'è qualcun altro nella stanza?
Ten...
Quando il chiurlo gorgheggia,
non so dove sia.
Profumo di sapone sulla pelle,
di prato:
ora le parole acquistano quasi significato.
Chi leggerà questo, un giorno?
Sai dove sono,
come ti capisco?