Michelangelo Da Pisa : Parole. Quella notte di fine dicembre, le scelsi m
Parole. Quella notte di fine dicembre, le scelsi meticolosamente, le recitai a voce alta, le cambiai e le ricambiai finché riuscii a domarle su righe evanescenti. Erano forse più eleganti nel contenuto che nell'abito nero della mia grafia, indiscutibilmente curve sensuali su quel letto di carta. Indossai persino gli occhi di lei per avere un'altra prospettiva ed ebbi l'ardire di sfiorarle con una goccia del mio profumo affinché ogni senso trovasse refrigerio. Le carezzai un'ultima volta, come un bambino che s'appresta a dormire e ne affidai le ruvidità a una busta malconcia, riponendo sul tavolo una penna stanca ma appagata. Una lettera per me non è mai stata le vocali e le consonanti che ha contenuto. Essa è tempo, è cura, è carne che sanguina inchiostro, è tutto me e anche oltre.
Michelangelo Da Pisa
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C'è stato un periodo della mia vita in cui mi sentivo solo, poi la voglia di sposarmi m'è passata.
Sebbene il dizionario asserisca il contrario, "accontentare" non vuol dire far felice qualcuno, ma donargli un surrogato di serenità.
L'assenza è la goccia costante che mi scava il petto; di giorno impercettibile rumore di fondo, ritmica tortura di notte.